La sapiente ed impeccabile regia di Mario Monicelli è riuscita senza dubbio a dare alla bellissima commedia ‘Parenti Serpenti’, di cui soggetto e sceneggiatura vanno però attribuiti all’abruzzese Carmine Amoroso, il giusto successo che meritava dopo un suo primo esordio in teatro abbastanza deludente.
Un’alternanza di momenti ad alto coinvolgimento emotivo, con scene di quotidianità e problematiche familiari molto intime e situazioni complicate, regala momenti comici esilaranti inseriti in scene quasi drammatiche, e questo sottile gioco riesce a suscitare emozione ed allo stesso tempo profonda commozione nello spettatore.
Commedia interamente incentrata sulla vita di una famiglia piccolo-borghese infelice ed impotente vittima della televisione e dei suoi martellanti consigli e rotocalchi per vivere meglio, ‘Parenti serpenti’ mette in risalto la perdita dei valori più grandi che la vita ci ha donato, totalmente offuscati e messi in secondo piano dall’egoismo, che caratterizza invece l’epoca in cui viviamo.
Trama di Parenti serpenti
E’ la vigilia di Natale, le famiglie si riuniscono per trascorrere insieme lunghe ore in allegria, e come sempre i nonni sono molto ansiosi di rivedere e riabbracciare figli e nipoti vicini e lontani. Siamo a Sulmona, in Abruzzo, dove nonno Saverio, appuntato dell’arma dei Carabinieri in congedo a causa di demenza senile incipiente, e nonna Trieste (sua arzilla e dinamica moglie) attendono impazienti l’arrivo dei loro familiari.
Tutto scorre allegramente come da tradizione; cena con grande abbuffata, tombolata, messa di mezzanotte, e tradizionale scambio di regali con tanto di baci ed abbracci tra tutti i familiari.
Sempre come da tradizione, il giorno seguente, ovvero a Natale, nonna Trieste annuncia durante il pranzo a tutti i presenti che sia lei che nonno Saverio non se la sentono di continuare a vivere da soli, e che, rifiutando categoricamente di essere rinchiusi in un ospizio, vogliono sapere chi, tra i quattro figli, è disposto a prendersi cura di loro in cambio della pensione e dell’usufrutto della loro casa.
Ne nasce un vero e proprio terremoto di conflitti e gelosie familiari di ogni genere, ed una serie di accuse, rancori, odii fortissimi tra tutti i componenti della famiglia, sfocia alla fine nella tragica decisione di uccidere i due anziani col gas, simulando un incidente domestico nella notte di capodanno.
Personaggi di Parenti serpenti
Lina, una donna insoddisfatta, e perciò nevrotica, che lavora nella biblioteca comunale di Teramo, è una delle due figlie femmine dell’anziana coppia; è sposata con Michele, geometra comunale nonché amante della caccia e grande tifoso del Pescara, ed hanno un figlio in età adolescente, Mauro.
L’altra figlia femmina di nonna Trieste è Milena, donna anch’essa con problemi di depressione dovuti alla sua sterilità, dai quali si distrae partecipando a centinaia di quiz televisivi di cui è maniacalmente appassionata; Milena è sposata con Filippo, maresciallo dell’Aeronautica a Roma.
E veniamo ai due maschietti di famiglia: Alfredo fa il professore di italiano in un istituto femminile di Como, è celibe, e non ha figli; Alessandro invece (e con lui si completa l’allegro quadretto familiare) è impiegato delle Poste a Modena, è sposato con una donna molto snob ed odiatissima dal resto della famiglia (convintissima che abbia più di un amante, viste le pellicce e le borse carissime che indossa), ed ha una figlia, Monica, che seppur in evidente sovrappeso è convintissima di diventare una soubrette di ‘Fantastico’.
Versione cinematografica di Parenti serpenti diretta da Mario Monicelli nel 1992
Girato quasi interamente a Sulmona per decisione dello stesso Monicelli, che la preferì a Lanciano, luogo invece prescelto dallo sceneggiatore Carmine Amoroso, il film vive il suo momento di maggior intensità con le due riunioni familiari (la cena della vigilia ed il pranzo di Natale), in cui una escalation di situazioni drammatiche e comiche allo stesso tempo riesce a tenere lo spettatore sempre col fiato sospeso ma allo stesso tempo divertito e coinvolto.
Una magistrale interpretazione di Paolo Panelli nel ruolo di nonno Saverio e di Pia Velsi (nome d’arte di Elpidia Sorbo) in quello di nonna Trieste, rendono gli spaccati di vita quotidiana raccontati da Monicelli davvero molto reali e suggestivi, e l’interpretazione poi che l’attrice napoletana Marina Confalone regala al personaggio di Lina, insieme con quella di Alessandro Haber nella parte di Alfredo, sono certamente altri punti di forza che hanno contribuito a fare di questo film un vero cult della cinematografia italiana.